Viaggi di versi


Viaggi diversi

Laboratorio di poesia
(a cura della Prof.ssa Stefania Clerici,
 con alunni delle classi I A, I B, I C, II C, I D, I E, II D, III A, III C, III E)


Abbiamo cominciato un “viaggio poetico” tra mari di versi e parole: le vele sono le liriche che leggiamo (spaziando tra vari argomenti e periodi), i remi sono immagini artistiche e fotografie in tema, che ci ispirano per scrivere.
La traversata è leggera: infatti
“Non esiste un vascello veloce come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesia che si impenna –
questa traversata
può farla anche il povero
senza oppressione di pedaggio –
tanto è frugale
il carro dell’anima.”
(Emily Dickinson)


(Foto di Fernando Mattaboni)



Che cos’è la poesia?
Prima di tutto ci siamo chiesti che cosa sia la poesia: Donatella Bisutti la paragona a un paio di occhiali che, infilati sugli occhi, ci regalano una nuova visione del mondo.





è un modo artistico per esprimersi
unisce fantasia e realtà
è un racconto che rilassa
è un canto e un’arte
è la bocca per la nostra mente
è inchiostro che viene dal cuore
è un pezzo di foglio con tante emozioni
è un prato per la nostra immaginazione
unisce la penna al cuore
(Classe II D)

Quali altre parole ti richiama il termine “poesia”?
Emozioni immaginazione passione
libertà colori fiori
gioia amore tristezza  
viaggi
(Classe I D)


Il sogno è un deposito di oggetti smarriti  
(Le greguerias di Ramon Gomez de la Serna)

Greguerias significa “schiamazzi”, “rumori”.
Sono piccole composizioni scritte dal poeta spagnolo Ramòn Gòmez de la Serna (1888 – 1963), che ci permettono di vedere le cose con altri occhi: metafore, giochi di parole, tocchi di umorismo illuminano una galassia di piccoli grandi oggetti, lettere, animali, strani personaggi, che vengono accostati con associazioni strane e fulminanti, mai scontate.


Anche noi abbiamo pensato ad accostamenti particolari, guardando le fotografie di paesaggi innevati e autunnali di un vecchio calendario.



La neve
La neve è zucchero filato
che rende felici
tutti i bambini del mondo.
(Alice Di Cataldo)

L’autunno
L’autunno riveste il terreno
con un tappeto di vari colori
e con le sue luci
m’illumina come un amico.
(Clarence Lacerna)

La barba di Babbo Natale
La neve è bella
come la barba di Babbo Natale.
(Bruno Guanca)

La neve e il bucaneve
La neve bianca e il bucaneve
fioriscono ogni anno con amore,
quando li guardi
sembra che le splendide giornate invernali
siano ancora più belle.
(Claudia Don)

Tappeto di colori
L’autunno è come il mio miglior amico,
l’autunno accarezza la terra
con un tappeto di vari colori.
(Clarence Lacerna)

Abbiamo anche cercato di guardare con uno sguardo nuovo gli oggetti che abbiamo ogni giorno sotto gli occhi.
La penna è una corda
su cui la mano si arrampica
per scrivere la sua storia.
(Martina Megla Ibarra)

L’evidenziatore
L’evidenziatore sottolinea, gira
e gioca con i colori
che ci dà il mondo.
(Delise Caraviello)

La gomma
La gomma è come un bene prezioso:
cancella tutti i nostri brutti pensieri
e ci fa andare avanti
nella vita.
(Michael Accolla)

La bottiglia
La mia bottiglia
è sempre vuota,
ma è grande e bella,
è la mia amica,
la porto sempre con me
e abbiamo visto insieme tante città.
(Giulia Cammisa)

Il quaderno
Sul quaderno puoi scrivere tutto
e svuotare la mente
come vuoi.
(Noemi Prestifilippo)

Un libro
Un libro è un mondo di fantasia
dove puoi viaggiare
e incontrare personaggi mai visti.
(Nathalie Benitez)

L’astuccio colorato
Un semplice astuccio
si accende come una luce
con dei bei colori.
(Gabriel Cudorovic)

La penna e l’inchiostro
La penna con l’inchiostro
la puoi usare in ogni posto,
puoi disegnare
persino un mostro.
(Mark Sahagun)

L’evidenziatore
L’evidenziatore è storto
come la torre di Pisa.
(Jonathan Naula)

Saturno - temperino
Saturno è un temperino
con attorno una sciarpa.
(Andrei Strugari)

Il libro di storia
Il libro ha la copertina gialla
come il sole,
ma la storia
non sempre fa luce.
(Gabriele Mazza)

Un semplice quaderno
Un semplice quaderno colorato,
pagine bianche,
ma in loro vedo me
da piccola,
quando tutto era più semplice,
eravamo tutti noi, lì…
Adesso sempre più lontani,
ma affronto le cose
con forza…
(Martina Procopio)

Le coperte
Le coperte coprono tutto
come nuvole nel cielo.
(Rosela Empeno)

L’astuccio
L’astuccio sembra un diario
dove puoi mettere
i segreti del mondo.
(Linda Zhao)

L’astuccio – barca
L’astuccio è una barca
che naviga
dove scrivono gli studenti.
(Christian Celestino)

L’astuccio – casa
L’astuccio è come una casa:
puoi mettere
tutto quello che ti serve.
(Thomas Stepich)

Il latte della colazione
Il latte è un fiume
di acqua bianca
con i biscotti a forma di fiori
come ninfee.
(Diego Calonge)

La mia casa
Sei come la mia casa:
fuori è molto tranquilla,
ma all’interno è movimentata
come una scintilla.
(Marco Renderos) 

La luce
La luce è bianca
come la luna.
(Sharia Alam)

Le nuvole
Le nuvole sono batuffoli
di cotone
che tappezzano il cielo.
(Lorenzo Ertola)

L’erba
L’erba è la coperta
del mondo.
(Lorenzo Ertola)

Il libro è muto e parla
Il libro che si apre e si chiude
che sta muto e parla
ti porta in un mondo
pieno di sogni.
(Melissa De Ceglie)

La lettera A
La lettera A
è la Torre Eiffel dell’alfabeto.
(Meryam El Idrissi)

La lettera C
La lettera C
è la luna dell’alfabeto.
(Meryam El Idrissi)

La lettera H
La lettera H
è la scala rotta dell’alfabeto.
(Lorenzo Ertola)




Sopra la città


(I plazer di Dante e Nasos Vaghenàs)



(Marc Chagall, Sopra la città, 1918, Olio su tela di 56 x 45 cm, Galleria Tretyakov)

Nel Medioevo molti poeti scrissero plazer, componimenti in cui si elencano situazioni piacevoli,
cose desiderate e gradevoli; se dunque Dante avrebbe voluto parlare sempre d’amore con i suoi amici e le innamorate, viaggiando per mare su una nave magica, anche il poeta neogreco Nasos Vaghenàs (1945) sogna un quadro di Chagall, un caffè caldo al mattino, ma soprattutto di star vicino alla donna amata con “la mia mano sul tuo viso”.


E noi cosa sogniamo? Che cosa ci piace?


La notte
Guardavo la mia città nella notte
mentre volavo tra le stelle pensando
a quanto è bella la mia vita…
(Marco Renderos)

Il cielo
Vorrei saper volare,
volare sopra la città
nel silenzio più assoluto.
Libera nel cielo azzurro
che libera i miei pensieri.
(Alice Di Cataldo)

Volo
Saltando dalla punta dell’edificio più alto della città
non penso all’oscuro, perché con te sono al sicuro.
(Hadir Scotti)

Il mare
Il mare è nero…
Nero come il nulla,
nero come la notte,
buio di tempesta.
(Melissa Di Ceglie)



Toti Scialoja e i suoi animaletti
Toti Scialoja (1914 – 1998) fu un grande pittore che si accostò al mondo della poesia per amore delle rime e delle sue nipotine: infatti, in occasione di un viaggio a Parigi per impegni artistici, iniziò a scrivere bellissime lettere alla moglie con filastrocche e disegni popolati di animaletti strani e bizzarri, che incantavano le bambine; poi scrisse anche liriche per adulti, ma continuò a coltivare il gusto per i giochi linguistici, l’ironia e l’autoironia che caratterizzavano le prime liriche, popolate da “talpe che ballano il tango”, “zanzare senza zeta”, “cani di Francia che, quando abbaiano, vogliono la mancia” e tanti altri personaggi di un mondo ridente e pensoso al tempo stesso.

Anche noi abbiamo provato a imitare Scialoja, dopo aver visto alcuni filmati di animaletti bizzarri e simpatici.


Un gatto
Un gatto pazzerello
ha portato l’ombrello
in una giornata
in cui il sole splende ancora.
Il gatto si è arrabbiato,
perché non l’ha utilizzato.
Appena tornato a casa,
scoppia una tempesta:
il gatto ora non sa
se sentirsi fortunato o no.
(Camila Chen)

Il gatto e la pasta
Il gatto non ama la pasta
e continua a gridare:
«Basta, basta!».
Poi, guardando il mare,
si sente già male.
(Hadir Scotti)

Una zebra
C’era una zebra
che volteggiava
su una nuvola
e che mangiava lo zucchero filato.
(Francesco Tellini)


Edward Lear e i nonsense



(Edward Lear, A book of nonsense)

Limerick è il nome di una città irlandese, ma anche di un particolare tipo di componimento “nonsense”, reso famoso da un poeta e pittore inglese dell’Ottocento, Edward Lear (1812 – 1888). Nei suoi versi un mondo strano e ridente è popolato da personaggi bizzarri che compiono azioni originali o senza senso.
Le sue filastrocche e i disegni che le accompagnavano fecero divertire i figli del conte di Derby (presso il quale lavorava), ma hanno ispirato anche noi.

In uno dei suoi viaggi Lear giunse pure a Milano (dopo aver trascorso alcuni giorni sul Lago di Como) e il 4 Ottobre 1837 disegnò la cattedrale e la Piazza del Duomo.

(Matita, gessetto, inchiostro e bianco di Cina su carta grigia, Government Art Collection, Roma, Ambasciata Britannica)

Un cane

C’era un cane
che incontrò un pane,
chiacchierarono senza sosta
fino ad arrivare alla costa,
scoppiò un incendio,
ma continuarono per un decennio.
(Hadir Scotti)

Il cane e la nuvola
C’era un vecchio cane
che parlava
e una nuvola lo pescò,
facendolo cadere dalle nuvole.
(Marco Renderos)

Il fuoco e la cenere
La cenere si accumula
e traballa,
rossa come il fuoco
e intanto balla.
(Melissa De Ceglie)

Il ragazzino di Milano
C’era un ragazzino di Milano
che veniva chiamato da tutti
“lo strano”,
perché andava in giro
facendo capriole,
mentre mangiava delle cipolle.
(Camila Chen)

L’amore
L’amore è astratto,
ma lo senti col tatto.
Col tuo tocco
mi sento mezzo tonto,
il tuo sorriso
è così pericoloso,
perché mi fa battere forte il cuore
e non sento timore.
(Hadir Scotti)


Aspettando la primavera 

“Stanno al buio, al freddo, sotto una copertina di neve. Ma non dormono, si preparano a diventare crocus, lilium, amaryllis… Una poetessa ci conduce nella magia paziente della terra che culla i fiori. E i bei pensieri” (Io donna Winter, 2017).
Su una rivista abbiamo letto un bell’articolo di Vivian Lamarque sull’elogio della pazienza dei bulbi e sulla “sacralità dell’attesa”: la poetessa scrive: “Novembre, ci siamo. Fossi un bulbo, mi rimboccherei la copertina di terra fin sopra le orecchie. Dormite impagabili, non potete immaginare quanto belle, e con la prospettiva presto di rispuntare, fiorire, persino a volte profumare.”.
Guardando colorate fotografie di fiori che nascono da bulbi, ci siamo lasciati ispirare anche noi, sognando la primavera!


(Foto di Erika Clerici)


I tulipani
I tulipani,
quando crescono,
fanno fiorire tutto il mondo.
(Rafael Averion)

Tulipani
Hanno striature fiammeggianti
e colori sgargianti,
hanno stili vigorosi e un po’ vanitosi
che ti accendono una fiamma
in mezzo al dramma.
(Hadir Scotti)

I rossi tulipani
I rossi tulipani
con la loro bellezza
colorano il mondo
con gran gentilezza.
(Marco Renderos)

Un narciso
Un narciso
fa fiorire un sorriso
e un tulipano
illumina il giardino.
(Nathalie Benitez)

D’inverno
L’aconito di colore giallo
sboccia in pieno inverno,
per questo non teme il freddo,
diffonde un profumo intenso di miele,
ricopre il prato bianco
con i suoi amici
e con il giallo intenso
dei petali.
(Labiano Rhian Jerica)




Poesie di pietra
Ci sono parole che restano scolpite nei cuori e altre che sono state incise proprio sulla pietra o sul marmo, per immortalare luoghi celebrati da poeti: si può ammirare infatti una galleria di “poesie di pietra” su lapidi in località suggestive o legate a memorie storiche: da quella di Montale per l’incantevole Portovenere, San Martino del Carso, di Ungaretti sul “Sentiero didattico” che porta a quel paese friulano, fino alla pensosa lirica di Trilussa C’è un’ape che se posa, lapide tra le lapidi del Cimitero Monumentale del Verano a Roma.


 Accanto a importanti artisti, vogliamo nominare anche una piccola grande poetessa, Nadia Nencioni (1984 – 1993), vittima dell’attentato di via dei Georgofili a Firenze, ricordata con una sua lirica che non può non restare scolpita nei pensieri dei passanti.


Abbiamo guardato qualche fotografia di località pittoresche, degne di essere celebrate da bellissimi versi e abbiamo immaginato di scrivere anche noi delle poesie che potrebbero essere incise su targhe di marmo da posizionare in quei luoghi.



Sul mare
In quel bel paesaggio
c’è un palazzo
che si affaccia sul mare
e si vede tutta la città
grande e molto colorata
e si vede l’orizzonte
del mare blu
e un’altra città bellissima,
anche quella
con un altro enorme palazzo
che fa compagnia al cielo,
per non farlo stare solo.
(Diego Lopez)

Andalusia
Il mare illuminato dal sole,
le colline bagnate dal cielo,
l’Andalusia non è un sogno,
è un luogo vero.
(Marco Renderos)

Madrid
Un paesaggio meraviglioso
nel tramonto del sole,
nel tramonto del giorno.
(Sofia Weng)

Barcellona
Barcellona è tutta dipinta
e un po’ disegnata,
è di colore vivace
che non sembra tenace,
sorride sempre ai suoi visitatori
in mezzo ai fiori.
(Hadir Scotti)

Chenonceau
Città meravigliosa
e misteriosa.
Troverai una sorpresa inaspettata
con gioia e fantasia
appena piantata.
Un fantastico monumento
affacciato sull’acqua,
con un bel verde
cresciuto proprio qua.

(Camila Chen)



Trasporti di poesia

C’è chi prova trasporto quando legge una poesia, chi si fa trasportare da una lirica in altri mondi, ma ci sono anche composizioni sui mezzi di trasporto, perché di un viaggio conta ogni attimo e non solo l’arrivo: spesso si parla quindi di scritture e diari di tour reali o immaginari, ma ci sono anche poesie su ciò che usiamo per spostarci: bus, tram, filovie, passanti, treni…



(Foto di Fernando Mattaboni)
La raccolta di poesie di Giancarlo Consonni (1943), intitolata Filovia, inizia proprio con un viaggio attraverso Milano sui mezzi pubblici, ma anche Umberto Fiori (1949) parla di passeggeri e stazioni, d’altro canto ci sono stati treni che hanno ispirato anche scrittori e registi, come l’Orient Express o la linea Transiberiana.


Il treno rosso del Bernina
C’è un treno rosso
come il sole
che illumina le meraviglie
dei monti.  
Anche gli animali si stupiscono,
ma non sanno che cosa sia.
(Nathalie Benitez)

Su un treno
Seduta su un treno,
dal finestrino
osservo.
Osservo il cielo,
azzurro e pieno di schizzi bianchi.
Osservo il prato
pieno di fiori di tutti i colori,
Osservo il lago,
limpido e sfumato:
sono in paradiso.
(Alice Di Cataldo)

Joshua e la bicicletta
Il vecchio Joshua
pedalava su una bicicletta
tra le strade,
con una cuccia blu
e la sua bandiera,
fissata sul retro della bici bianca,
calze bianche,
camicia rossa,
barba e baffi:
sembrava pedalare
sulle strade della felicità.
(Francesco Tellini)

Auto colorate
Le auto colorate
con grande fantasia
dipingono le strade
piene di allegria.
Gli aerei sopra le nuvole
che volano nel cielo
fanno sognare tutti
in un mondo tutto vero.
(Marco Renderos)

Le mongolfiere
Le mongolfiere,
grossi palloni colorati:
da lì si osserva il mondo,
facciamo compagnia alle nuvole,
per farle stare meglio,
da lì si vede il sole splendente
che ci saluta
e il cielo che ci accoglie
con un caloroso abbraccio,
da lì si vedono le montagne
ricoperte di neve
che sembra zucchero,
di notte da lì
si ammira la città
piena di luce.
(Diego Lopez)

Una barca
Una luce verdeacqua,
la luce nel cielo
e una barca nell’acqua,
un cielo sgargiante
e un paese gigante,
una luce con dignità
e un mare oscuro
senza pietà.

(Hadir Scotti)

L’albero della speranza

Gli alberi sono poesie viventi e inni alla vita, un albero in particolare è diventato un simbolo di speranza e rinascita nel 2011, in Giappone: un catastrofico tsunami distrusse anche il famoso sito naturalistico costiero di Takata – Matsubara: della stupenda pineta di circa settantamila piante rimase in piedi solo un albero, che venne poi curato, studiato, fotografato, ammirato, ma purtroppo le sue radici rimasero a lungo immerse nell’acqua, nonostante i tentativi di mantenerlo in vita. L’albero venne tagliato e preservato con processi artificiali, per poi ricollocarlo nella sua posizione originale, come una scultura. Inoltre, prima che succedesse l’irreparabile, vennero eseguiti degli innesti con rami prelevati dal pino e sette piante stanno crescendo con regolarità. L’albero della speranza continua a vivere!


Abbiamo letto la storia poetica dell’albero della speranza, raccontata dallo scrittore e poeta Arai Man (1946), abbiamo ammirato le fotografie che corredano il testo e osservato altre immagini sulle piante, come le riproduzioni delle acquaforti dell’artista Federica Galli: molte sue opere che ritraggono alberi sono state esposte ultimamente a Milano nella mostra Storie di radici.

(Federica Galli, L’olmo di Campagnola, Acquaforte, 1997, mm 499 x 493, tiratura in 90 esemplari)


Ombre e luci
In un paesaggio scuro
c’è un uomo:
sta guardando gli alberi,
c’è un castello
vecchio e distrutto,
ci sono muschi, fiori,
ombre, profumi
e un albero che illumina tutto.
(Sofia Weng)

Se fossi un albero
Se fossi un albero
darei i miei rami alla luce,
consolerei i bambini
dando un pezzetto della mia corteccia
e accarezzandoli
con le mie radici sporgenti.
(Alice Di Cataldo)

L’inverno tra gli alberi
L’inverno è arrivato,
io e i miei compagni
siamo pieni di neve.
Vedo le strade bianche
come un unico tappeto.
(Rhian Labiano)

L’albero solitario
Che brutto essere da soli
senza amici e parenti
e con la voglia di rivederli!
La stanchezza, causata dalla solitudine,
mi porta a pensare:
la vita mi illude.
(Marco Renderos)

Uniti e amici
Tutti i giorni
qui in mezzo agli altri alberi
del bosco,
per sempre uniti e amici.
(Francesco Tellini)



Poesie di luce

Ci sono poeti che usano le parole come scintille di luce e pittori che fanno parlare anche le ombre, come Caravaggio: l’importante esposizione a Palazzo Reale (Milano) ci ha fornito lo spunto per ammirare qualche suo quadro sul sito della mostra. Ci hanno poi incantato le opere di un’artista più contemporanea: Sonia Maria Luce Possentini che, con molta delicatezza, ha tradotto in immagini le illuminazioni della poetessa Sabrina Giarratana (1965).


Sulla scia luminosa dei capolavori di Caravaggio e di liriche che parlano della luce dei capelli, del lampo di un’idea o del “mare innamorato che illumina a giorno”, anche noi abbiamo composto “poesie di luce”!

Sulla luce
La notte è scura
e la luna pura,
illumina le strade
con la neve che cade.
Il fuoco ti coglie
e il ghiaccio si scioglie.
(Nathalie Benitez)

Luce nella notte
Nel buio della notte
vedo una luce.
È una luce molto strana,
una luce che m’illumina il cuore,
facendomi sognare
un mondo più bello.
(Alice Di Cataldo)

Poesia sulla luce
Di notte la città
viene ricoperta da un buio intenso,
ma nel cielo brillano le stelle
come se fossero diamanti.
(Rhian Labiano)

Luce
La luce illumina
le case gli edifici i palazzi,
la luce ci fa vedere tutto,
la luce riscalda
e fa crescere i fiori.
(Rafael Averion)

La luce è vita
La luce è energia
e rende tutto vivace,
la luce è vita,
anche nella notte più buia
la luce risolve tutto
come un supereroe,
ma, senza luce,
tutto è come se fosse
nero nero nero nero,
senza luce si vedono le tenebre,
come se fossimo in un’altra dimensione.
(Diego Lopez)





Gioie di versi e gioielli
“Il gioiello è un «tatuaggio tattile» del nostro corpo con la caratteristica d’essere, se lo si vuole, velocemente rimosso”, così l’artista Battista Luraschi (1951) definisce i gioielli in una prosa lirica piena di poesia che ha accompagnato la sua mostra Bijoux, tracce per un modello d’ornamento, esposta al “Mac” (Museo di Arte Contemporanea), di Lissone, in occasione del “Premio Lissone Design 2017”. Per le sue creazioni l’artista non usa “perle, diamanti e nemmeno sottile filigrana d’oro, ma il più comune polipropilene abbinato al p.v.c. a specchio e qualche bottone automatico”, così che “colore e vita s’accompagnano spesso in un eccesso d’emozioni, alla ricerca di particolari che intrecciano i sogni con i propri bisogni. […] Non ci sono materiali preziosi ma solo segni creativi nello scorrere del tempo”. (Battista Luraschi)
(Foto di Fabio Meda)

Abbiamo guardato qualche immagine della mostra e ci siamo fatti ispirare dallo scritto poetico dell’artista, per passare poi dalla contemporaneità ad altre epoche del passato, durante le quali invece i gioielli non assumevano delle forme così essenziali (come nelle opere di Luraschi), ma erano grandi, raffinati e vistosi, per celebrare i loro nobili proprietari.                                                  
E nel settembre 2017, con “Milano XL, la festa della creatività italiana”, è stata proprio celebrata la maestria nell’arte orafa con un’installazione chiamata il “Salotto delle Gioie”: una selezione di capolavori della storia dell'arte (dagli affreschi di Pompei alle tele di Boldini) componeva una galleria di ritratti sulla parete esterna di una struttura ottagonale, posizionata al centro della Galleria Vittorio Emanuele. Donne e uomini di tutte le epoche e rappresentati da vari artisti erano raffigurati con gioielli di perle, diamanti, rubini, ori e pietre preziose, ricostruiti tridimensionalmente per esaltarne l'effetto visivo. All’interno dell'ottagono riluceva una raffinatissima mostra di gioielli.



La donna e il cigno (guardando una fotografia del quadro Leda di Michele di Ridolfo Ghirlandaio)

In mezzo all’oscurità,
una donna
vestita di rosso, con una collana nera
si volta.
Il cigno, tutto arrabbiato,
il becco allungato,
si gira,
la guarda
e sorride come non ha mai fatto prima.
(Alice Di Cataldo)

Risplende
Luccica il diamante,
la luce si espande,
brilla con gioia
e grida con gloria.
(Nathalie Benitez)

Argento e perline
Una mini circonferenza
tutta d’argento.
Collezionista di perline
e ciondoli preziosi.
Raccoglie tutti i cuori
che lo circondano.
Alla fine emana amore
a chi lo possiede.
(Camila Chen)

Un braccialetto
Un braccialetto puro
di colore duro
senza pietà
che vive per l’eternità,
sembra un serpente,
ma alla fine
è un pendente.
(Hadir Scotti)

I gioielli
I gioielli sono belli
più dei ruscelli,
i gioielli sono il simbolo
dell’amore
che non si spezza mai.
(Bryce Bautista)

Un braccialetto d’oro dimenticato
Un braccialetto d’oro
in mezzo al ghiaccio.
Cadono le gocce di pioggia,
tra poco il ghiaccio si romperà,
il braccialetto è solo
in mezzo alla pioggia,
nessuno gli fa compagnia.
(Sofia Weng)  

I tuoi occhi
I gioielli sono belli
e preziosi
come i tuoi occhi.
(Clarence Lacerna)




Oh che bel castello!

Ci sono posti magici, legati ai ricordi o ai sogni: ad esempio, la poetessa Bianca Tarozzi (1941) ha scritto su un suo luogo del cuore una lirica, intitolata Castello: vi andava a giocare con un’amica da bambina e da adulta l’ha celebrato in una composizione evocativa, piena di nostalgia e affetto.
 Ispirati da questi versi e da un filmato sui segreti del nostro milanese Castello Sforzesco, abbiamo iniziato a scrivere anche noi poesie sul tema.


Il mio castello
Vorrei avere un castello
in cui giocherellare
con un ponte sul quale sognare.
Vi passerei tanti bei momenti
che rimarrebbero nel mio cuore.
(Mark Sahagun)

Castello
Tra le mura di un castello
nessuno si sente parlare,
si sente solo il vento incantato
che ascolta ricordi e pensieri
che rimangono sospesi.
(Martina Procopio)

Un mantello di nubi
Oh mio castello,
così bello
con sopra un mantello
di nubi.

(Andrei Strugari)








Macedonie di poesie
Tra città e campagna


(Filippo Cristini, La zona, the area, 2017, olio su tela, 160x200 cm)

I grattacieli e le luci artificiali o la campagna e i cieli aperti e stellati, il rombo delle auto o il profumo della terra e delle stagioni: la città e la campagna sono state rappresentate nei loro multiformi aspetti o nel rapporto che le lega e le contrappone in tante poesie; ne sono state selezionate alcune tra quelle scritte da Giovanni Pascoli, Emily Dickinson, José Marti, Federico Garcia Lorca, Maria Luisa Spaziani, Luciano Erba, Vivian Lamarque, Giancarlo Consonni e Umberto Fiori.

In classe ognuno ha letto una lirica diversa da quella dei compagni e ha scelto un verso che gli sembrava significativo, poi abbiamo trascritto tutti i versi, stabilendo noi l’ordine, in modo da formare una nostra nuova composizione di classe.



Controluce
La rosa bianca coglierò per te,
la pioggia gentile
controluce a un tramonto,
quando la valle è piena d’oro
un ragazzino ti prende per mano verso un viaggio sconosciuto.
La luna va più lentamente,
le cavallette sole sorridono,
tace il lamento del cuculo,
l’antico canto del grillo si spegne nel campo,
tutto il tempo ha parlato la miglior favella
e quella è la tua casa
e per il crudele che mi strappa il cuore con cui vivo:
occhi contro occhi buio,
il sole in alto è sotto il fumo che sale;
per svegliarmi ripasso il latino,
ci sono tutte le lingue del mondo.
L’acero indossa una sciarpa più gaia,
lascio tutto il cuore mio,
in silenzio ognuno.
(Classe I D)




Tra demoni e angeli


Abbiamo continuato a “giocare” coi versi della “poetessa dei Navigli”, Alda Merini, alla quale sono dedicati anche tanti concorsi di poesia (come Educare, organizzato dall’Istituto Comprensivo e dal Gruppo Sportivo “Via Pareto”, al quale parteciperemo anche noi).
In tante liriche della Merini, ma soprattutto nella raccolta La carne degli angeli, s’incontrano e si scontrano il cielo e la terra, gli angeli e i demoni, “l’inferno vivo della mente” e “il palpito di una rinascita”, ma su tutto domina “la poesia [che] è amore”.
Abbiamo quindi “riscritto” alcuni versi della poetessa sul tema degli angeli e dei diavoli, versi precedentemente selezionati e presentati dall’insegnante su cartoncini azzurro cielo con riproduzioni di alcune delle tante opere artistiche, ispirate anch’esse dai misteriosi “messaggeri”: questo è infatti il significato della parola greca ánghelos, dalla quale deriva il nostro termine italiano: anche noi, con la fantasia, ci siamo librati in volo tra le opere di Raffaello, Rosso Fiorentino, Guercino, Leonardo, Beato Angelico, Melozzo da Forlì, Bouguerau…


Giocando coi versi di Alda Merini
La poesia è amore.
Ci sono donne e uomini che sognano l’amore.
Niente c’è da capire dell’uomo se non c’è un angelo a guidarti,
l’angelo è vigoroso come un eroe.
Gli angeli, fiore che nasce nella carne.
Angeli che tornano a baciare le labbra dimenticate.
Angeli, il vostro occhio è cieco e vede tutto.
Angeli, voi dividete le parole buone da quelle cattive.
Geni universali del bene.
Potesse l’uomo avere una sola delle vostre ali per volare in alto!
Voi che volete condannare Dio senza sapere niente,
angeli e demoni che ci perseguitano,
angeli e demoni combattono nel nostro corpo.
Così l’angelo si fa demone e il demone si fa angelo,
nel sagrato della mia pace voi angeli volate.
Da un’umile farfalla può nascere un angelo fiorito
il suo volto è un nido d’aria.
Angelo che dimora ovunque
e sconfigge la malinconia
nella notte angelica.
(Classe III A)


Voi angeli
Sul sagrato della mia pace voi angeli volate,
angeli, fiore che cresce nella carne,
uccelli che cercano orizzonti,
salverete le parole di pace,
voi che annunciate l’eterna felicità e ci liberate dal corpo,
voi navigate nei cieli aperti dei nostri limiti,
angeli, il vostro occhio è cieco e vede tutto,
angeli battaglieri che entrano nelle foreste delle passioni,
angeli che si oppongono alla foschia delle genti,
gli angeli medicano le piaghe di colui che cade.
Ci sono donne e uomini che sognano l’amore,
mentre la poesia è distanza
tra corpo e corpo,
mentre la poesia è amore.

(Classi I A, I C, I E, III C)


Occhi di speranza e mani di salvezza

Angeli,
voi conoscete la malinconia dell’uomo,
che da mille anni vorrebbe mettere le ali.
Angeli in fuga verso la beatitudine,
che si oppongono alla foschia delle genti.
Angeli battaglieri, entrate nelle foreste delle passioni,
voi annunciate l’eterna felicità!
Angeli,
scorrono come l’acqua al di là dell’Universo,
angeli tornano a baciare labbra dimenticate.
Angeli che libereranno i piedi dell’uomo,
salveranno le parole di pace.
Angeli fiori che crescono nella carne
del tutto ignari della nostra esistenza.
Angeli,
il vostro volto è un nido d’aria
attraverso il quale trovo il mio nulla.
In realtà ero un angelo che dimoravo ovunque.

Gli angeli che eravamo.

(Classe II C)


Gli angeli, Alda Merini e Lucio Dalla hanno continuato a ispirare poesie e disegni: infatti i giovani poeti in erba hanno anche ascoltato la canzone del cantautore bolognese “Se io fossi un angelo” e le note li hanno guidati nella scelta di colori e
composizioni fantasiose.


Angeli che potete essere cattivi o buoni.
Angeli che siete delicati come un neonato.
Angeli che siete leggeri
e quindi in grado di volare.
Angeli che siete così teneri
e diffondete il sentimento d’Amore
con una sola freccia.
Voi che ci date un senso di protezione come foste degli eroi.  
(Giorgia Caza)


Angeli puri e buoni
Voi angeli che vivete spensierati tra la natura,
alberi folti e colombe innamorate,
lassù nel colorato paradiso
donde vengono i nostri protettori e i nemici dei demoni.

Voi angeli limpidi puri e belli come l’acqua di una sorgente,
sempre spensierati, parete dei bambini sorridenti e felici
sempre pronti a giocare e divertirvi,
vi preparate per festeggiare.

Voi angeli pieni di anima
guardate dall’alto sulle nuvole il nostro mondo
e il solo vostro sguardo
fa innamorare persino i demoni.  
(Alessandro Beffasti)


Angelo sacro
Suoni una musica che fa sparire tutte le cose infelici.
Tutti sono affascinati dalla tua musica
e piano piano si addormentano.  
(Ming You)


L’Angelo
L’Angelo è triste.
L’Angelo ha fame.
L’Angelo suona.
L’Angelo è solo al buio.
L’Angelo è abbandonato come molte persone al mondo.
L’Angelo pare stanco e assonnato.
Quell’Angelo bianco con le ciocche d’oro. 
(Giovanni Jiang)


La canzone degli angeli
Creature bianche come la neve
siete attorno alla Vergine
e al suo bimbo che dorme.
Angeli che suonate e cantate
creando una melodia indimenticabile
che trasmette serenità e gioia.
Questo è l’amore della madre e degli angeli protettori.  
(Ma Alexia Villanueva)


Angelo
Tu che sei pensieroso
tu che sei tranquillo
tu che sei sereno
tu che pensi e osservi.
Ispiri pace e serenità
con le ali verdi e rosse
e i capelli d’oro
come un campo di grano.  
(Alessandro Minonne)


Gli Angeli
Angeli paffuti e biondi
guardano beati
nuvole bianche e grigie
mentre ascoltano la musica celeste.  
(Moussa Zakhary- Ahmed Haggag- Ahmed Hussein)


Danza di Amorini
Angeli che dividete le parole buone da quelle cattive
angeli che danzate
angeli che avete le ali trasparenti come farfalle
angeli che trasmettete pace
angeli che volate sul cielo celeste
angeli che diffondete l’amore. 
(Hu Stella)


Cupidi
Angeli biondi e nudi
con ali colorate come l’arcobaleno
lanciano una freccia d’amore
e guardarli mi rende felice e innamorato.  
(Francesco La Quosta)


Angelo musicante
Angelo,
lucente come una stella
con la tua sinfonia delicata
indichi il cammino dell’uomo
e riempi di speranza il suo cuore
affinché non possa cadere vittima del male.  
(Domenico Sacco)


Angeli venite a me
Angeli venite a me,
voi creature del bene
che siete l’invidia e il desiderio dell’uomo.
Venite a me esseri della pace
che dividete l’ira dalla serenità.
Voi angeli dell’amore spogli di ogni peccato
che dimorate ovunque
venite a me a scacciare i demoni dall’umanità.
Tra queste lotte, tra queste stagioni orrende
di sangue e di morte
di morte e di pace
voi vivrete.  
(Francesca Nekoula)


Angelo musicante
Tu, angelo musicante
con i capelli ricci e biondi
orgoglioso del tuo violino
che suoni giorno e notte
guardando in lontananza
mi trasmetti la voglia di suonare con te.  
(Giovanni Wei)


Gli angeli
Così nudi e naturali
vivono sulle nuvole in paradiso.
Invisibili come il vento,
portatori di buone notizie.
Litigano continuamente con i demoni.
Ci difendono dal male e ci inducono sulla strada del bene.
Angeli che danno una sensazione di spensieratezza.  
(Chiara Beltrami)


Angeli
Angeli dai capelli biondi come il miele
che ci guardate da lassù,
indicateci la strada della vita eterna,
del sorriso vero e della felicità infinita.

Angeli dal cuore d’oro come quello di Dio
che ci seguite da lassù
guardando le nostre sconfitte passate,
l’impegno presente e le vittorie future.

Angeli dall’aspetto forte come l’acciaio
che ci aiutate da lassù
vi dimostrate forti e speranzosi.

Angeli dallo sguardo vuoto
che siete sempre con me,
forti fuori ma fragili dentro.  

(Luisa Xu)

Poesia degli angeli
Un angelo pensieroso
che un violino sta suonando.
Un angelo misterioso
che sta meditando.
Un angelo con le ali spiegate
e le vesti colorate.
Un angelo che mi dona quiete e pazienza
anche in questa fase di adolescenza.
Angelo, mio protettore
sarò per sempre un tuo ammiratore. 
(Blu Giada Buttafava)

Angeli
Angeli,
sapete che da mille anni l’uomo
è un grande cerbiatto,
perennemente inseguito dal suo cacciatore.
Donne come fiori
e bambini come stelle
nel buio del giorno.
Noi guidati da voi nel pellegrinaggio
della vita.
Siete come acqua che scorre
nella casa del Signore,
pura e limpida come l’iride della Luna.
L’uomo,
steso per terra, vorrebbe mettere le ali
e volare fino al Paradiso e un po’ più su.
(Sara Guaglione)



                         (Cassandra Ramos)

                          (Annelo Perndoka)


        (Dario Ghezzi)

                        (Elena Xu)

                         (Ilaria Oggioni)

                         (Jerezz Gumogdal)


                          (Mao Lucia Tianyao)




                       (Silvia Iubatti)

                        (Sofiya Niahu)








Commenti

  1. Veramente un percorso encomiabile. Complimenti alla prof Clerici ed agli alunni del pomeridiano!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

5 semplici PASSI per FARE PACE con un AMICO

Intervista a Nicoletta Bortolotti